Sabato 13 Luglio,dopo più di 10 anni di assenza dai campi da calcio – l’ultima volta ero ipovedente molto grave – sono tornato in campo da non vedente. Ho 44 anni e mi sono allenato per due mesi per questo esordio. Durante l’allenamento insieme ai ragazzi di Insuperabili Cuneo ho trovato un gruppo unito e accogliente. Gli allenatori mi hanno accompagnato alla scoperta del campo, degli spazi, mi hanno parlato delle regole e mi hanno davvero commosso. Mi sono divertito ed emozionato davvero moltissimo. Oggi ho male a muscoli che non sapevo nemmeno di avere, ma tornerei in campo già ora.
Giocare a calcio da non vedenti non è semplice: devi ascoltare la palla sonora , le tre guide, i compagni e gli avversari, e capire dove ti trovi. Tuttavia, ti senti libero: hai il campo a disposizione per muoverti senza bastone, una sensazione fantastica. Devi affidarti alle guide, al tuo intuito e al tuo udito. Devi ricordarti come muoverti, come controllare la palla, di tenere le mani avanti, di dire “voice” quando non hai la palla e continuare ad ascoltare tutto ciò che ti circonda.
Poi a un certo punto ti trovi davanti alla porta, la guida ti dice di tirare e tu non ci pensi su un momento. Cerchi di capire dove si trova la palla sonora , tiri e speri solo di centrare la porta. Attendi che un rumore o qualcuno ti dica com’è andata, e se va come deve andare, per un attimo sei una delle persone più felici del mondo.
Questo e molto altro è lo sport, parte di ciò che ho vissuto ieri con i ragazzi di Cuneo e Insuperabili. Voglio solo dirvi “grazie mille”.
Tornare in campo a 44 anni con il calcio non vedenti
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